La psicoterapia si serve della parola, del racconto di sé per arrivare a comprendere e cambiare le situazioni che generano sofferenza.

Una funzione fondamentale del terapeuta è l’ascolto e, nel paziente, corrisponde alla possibilità di raccontarsi. Narrare la propria storia, nominare le proprie emozioni in presenza di un altro non giudicante ma accogliente, è una prima fonte di cambiamento e benessere.

Raccontarsi aiuta a mettere ordine nelle proprie vicende, ad osservare quello che ci è accaduto e trovare un senso, una continuità in eventi che altrimenti ci appaiono casuali ed incontrollabili, lasciandoci impotenti.

Poter dire come ci si sente e venire riconosciuti, legittimati, lenisce il senso di solitudine e vergogna legato all’isolamento.

La parola condivisa alleggerisce, consente di dividere il carico e pensare insieme per trovare soluzioni.

La nostra mente è relazione, funziona cioè meglio e più chiaramente nella relazione con l’altro, si alimenta dello scambio e si amplia grazie al contributo dell’altro. Per questo in terapia emergono soluzioni e significati prima impensabili che sciolgono blocchi e stati di sofferenza.

1. Preparati: rifletti sulle motivazioni che ti portano a richiedere un aiuto e su quello che vorresti ottenere
2. Sii sincero: non mentire ma ricorda anche che la possibilità di non omettere o falsificare richiede fiducia nell’altro e, per questo, si costruisce con il tempo e con la conoscenza reciproca
3. Sii paziente: ricorda che i cambiamenti non avvengono in modo immediato e che sarà necessario un tempo prima di vedere risultati
4. Mettiti in gioco: questo sarà fondamentale per raggiungere gli obiettivi che ti sei prefissato
5. Se qualcosa ti lascia contrariato, parlane: nel rapporto tra terapeuta e paziente, come in tutte le relazioni, possono esserci momenti di delusione, attrito, incomprensione, rabbia. Poterli nominare al proprio terapeuta rinforza il legame e la sua efficacia e consente di sperimentare ed apprendere come gestire conflitti e divergenze.